Ci siamo sempre chiesti cosa succede agli animali e, in particolare, ai cani, quando si devono difendere da vicende meteorologiche come il freddo o il caldo. In quest’articolo alcuni importanti concetti da tenere a mente se si possiede un cane (ma anche un gatto o qualsiasi altro mammifero dotato di pelliccia).
Partiamo dall’anatomia del pelo: è costituito da un filamento corneo, elastico e flessibile, composto soprattutto da cheratina che è una sostanza proteica. In ogni pelo si distingue un fusto e una radice, inserita nel follicolo pilifero che si trova nel derma. La parte più profonda è il bulbo, che fissa il pelo alla pelle. La radice è in continua attività: da questa dipende la crescita del pelo, strettamente collegata alla muta.Ciascun follicolo è dotato di “muscolo piloerettore”, che, oltre a funzioni proprie della comunicazione non verbale del cane, serve come difesa dal freddo.

La parte del mantello che protegge dal freddo è chiamata sottopelo, formata da pelo lanugginoso, soffice e corto, che esce a ciuffi da un unico follicolo contornando il pelo di copertura (è il primo che si apprezza guardando e toccando un cane). Il sottopelo aumenta d’inverno o in condizioni climatiche rigide, dando luogo alla muta, e cade d’estate.

13528781_1737003259889451_615550614783845986_n
L’omeotermia è la capacità di un organismo di mantenere costante la propria temperatura ed è dovuta ad un sistema di termoregolazione che dipende essenzialmente dal sistema nervoso: alla diminuzione della temperatura si verificano nell’organismo alcuni fenomeni atti ad aumentare la produzione di calore e diminuirne la dispersione. Avviene anche l’inverso: all’aumentare della temperatura i processi vengono rallentati e la dispersione del calore viene favorita da una vasodilatazione periferica e dalla sudorazione. La percezione di freddo da parte dell’organismo fa sì che si contraggano i piccoli vasi sanguigni della pelle che riveste orecchie e arti. In questo modo si dissipa meno calore attraverso la circolazione, perché il sangue si raffredda di meno, scorrendo in superficie solo in modeste quantità.

La muta è un fenomeno fisiologico che si manifesta due volte all’anno (autunno e primavera). È strettamente legata alla crescita del pelo e all’arresto del suo sviluppo, due fasi nelle quali è la durata delle ore di luce ad avere un ruolo essenziale, più che la temperatura. E’ un retaggio dei ritmi naturali dell’animale, in cui l’esposizione alla luce varia ovviamente con le stagioni. In particolare il fattore che innesca e regola la muta sembra essere il rapporto tra le ore di luce e di buio(fotoperiodo). I cambiamenti di temperatura influiscono solo sullo spessore del pelo e sulla sua velocità di rinnovamento, ma non sono un fattore scatenante. Tuttavia oggi molti cani vivono soprattutto in casa e, per buona parte dell’anno, sono esposti alla luce artificiale: questo li porta a perdere la stagionalità tipica di questo evento e a presentare una muta lenta e costante durante i 12 mesi.

Tra i vari atteggiamenti volontari in risposta al freddo, molti mammiferi possono variare la capacità isolante del proprio mantello in modo istantaneo, sollevando o abbassando i peli (orripilazione o piloerezione). Si contraggono i muscoli erettori contenuti nel follicolo, i quali erigono i peli del mantello, intrappolando uno strato d’aria che viene riscaldata dal corpo, assicurando un eccellente isolamento termico. La “pelle d’oca” cui l’uomo va soggetto quando ha freddo (atto che nel caso umano non è peraltro volontario), è anch’essa dovuta alla contrazione dei muscoli erettori dei peli della pelle, ma l’uomo non ha una quantità di peli sufficiente per ottenere in questo modo un isolamento termico. Altro atteggiamento volontario del cane che ha freddo è il raggomitolamento a palla, che riduce la superficie di area corporea esposta. Se però l’organismo continua a dissipare calore, il cane, come noi, comincerà a tremare. Anche i brividi rappresentano un modo per ottenere calore corporeo: i muscoli si contraggono velocemente e generano calore.

Mentre il modo di affrontare il freddo da parte dei nostri cani risulta decisamente efficiente, lo stesso non si può dire per il caldo. Noi, in una calda giornata estiva, permettiamo a tutta la superficie corporea di dissipare calore, mediante la sudorazione. Quando il sudore evapora, la nostra cute si raffredda perché l’evaporazione è un processo fisico che sottrae calore. Nel cane questo meccanismo non avviene. Le ghiandole sudoripare sono rare ed estremamente localizzate: si trovano, infatti, esclusivamente sui cuscinetti plantari e palmari e sui polpastrelli delle dita. Il cane, pertanto, suda solo attraverso di essi. In questo modo l’evaporazione del sudore dai cuscinetti riesce a raffreddare la circolazione solo a livello delle zampe, mentre il resto del corpo non è in grado di beneficiarne. Quindi i cani devono in aggiunta mettere in atto un altro sistema per dissipare calore: un sistema di vaporizzazione acquea collocato nelle cavità nasali. La cavità nasale del cane, infatti, nasconde delle sottili lamelle ossee, dette turbinati, rivestite da una membrana mucosa costantemente inumidita dalla secrezione acquosa di una ghiandola. L’aria inspirata dal cane attraversa queste lamelle, facendone continuamente vaporizzare l’umidità e raffreddando così il naso. Il naso freddo e umido di un cane sano permette pertanto di rinfrescare il sangue che circola nei suoi vasi sanguigni superficiali. Questo sangue, circolando attraverso il corpo, riesce a raffreddare l’animale. Se il cane però è particolarmente accaldato, eliminerà l’aria in uscita non attraverso il naso, ma attraverso la bocca, aumentando la quantità d’aria che immette ed immediatamente espelle dai polmoni. Così facendo l’aria in uscita, scorrendo sopra la lingua, evapora e la fa raffreddare, con conseguente raffreddamento del sangue.

Importanza delle dimensioni e della forma del corpo

La forma e le dimensioni di un animale hanno grande importanza per la regolazione termica. La quantità di calore che disperde attraverso la pelle è proporzionale alla sua superficie. Il rapporto tra il volume e la superficie del corpo è tale per cui più un animale è grosso, minore è la sua superficie per unità di volume e, quindi, più lenta è la sua perdita di calore. Facendo un paragone geometrico, una sfera ha una superficie minore di quella di qualsiasi altro solido del medesimo volume; così un animale riuscirà a disperdere una minor quantità di calore quanto più la sua forma sarà simile ad una sfera. Infatti i meccanismi che nel cane portano ad un corretto controllo della temperatura non sono ancora presenti nei cuccioli alla nascita. Appena nati, hanno la necessità vitale di stare l’uno accanto all’altro, possibilmente a stretto contatto con la madre; in effetti, fino ad almeno due settimane di vita, i cuccioli non riescono a mantenere la loro temperatura a livelli adeguati se non grazie al contatto con una fonte di calore e, distaccati da tale fonte anche solo per qualche ora, rischiano di morire per ipotermia. E’ per questo che ogni cucciolo, anche se ancora cieco e sordo, ricerca istintivamente il contatto con i fratellini. Solo dopo tre settimane di vita diventano animali autonomi sotto il profilo della regolazione termica, con una temperatura costante che si aggira tra i 39°C e i 39,5°C, generalmente maggiore di qualche decimo di grado centigrado rispetto ad un cane adulto.

Siamo dunque veramente convinti che d’inverno il cappottino super luccicoso possa servire al cane? Per quelli che soffrono di più il freddo come lo yorkshire, il dalmata, il boxer, il pincher e il pointer e così via, sì a cappottini per le passeggiate invernali, che sono utili a cuccioli, soggetti anziani e cani a pelo raso, purché questa scelta non sia dettata dalla vanità o dalla volontà di seguire la moda! O è meglio proteggerlo il più possibile da sbalzi di temperatura troppo forti tra termosifoni e condizionatori che mettono a repentaglio la sua salute? I cani che vivono in casa devono affrontare sbalzi di temperatura tra interno ed esterno e rischiano malattie da raffreddamento e raffreddori (come noi, del resto). Si bagnano con la neve e con la pioggia o anche semplicemente mettendo le zampe in una pozzanghera, per cui, se ciò dovesse avvenire meglio ricordarsi di non utilizzare il phon per asciugare il pelo, in quanto provocherebbe un eccessivo sbalzo di temperatura. Molto più utile frizionarlo con un asciugamano.

In conclusione la conoscenza anatomica dei nostri amici pelosi porta senz’altro a evitare molti dei nostri errori che commettiamo convinti di fare bene. Amiamo dunque il nostri amici a 4 zampe, ma rispettiamo la loro natura.

A cura di Adelita De Berardinis, Edicatore Cinofilo – Dog Training
Fonte: centrometeo.com